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venerdì 13 giugno 2014

Sinti nel Mondo


Nella tradizione orale dei Sinti possiamo riscontrare principalmente elementi della mitologia ebraica e delle sfumature connesse con il culto del fuoco dell'antica Persia. Non c'è alcun minimo riferimento alla mitologia indiana, né animali sacri, né personaggi fantastici risalenti alle diverse tradizioni dell'India — anche se molti autori cercano di trovare forzatamente degli elementi che in qualche modo possano sostenere la tesi dell'origine indiana (la quale si basa soltanto sulla lingua, ma non sulla cultura né l'etnicità), non riescono però ad ottenere che alcune flebili coincidenze, riscontrabili in qualsiasi altra cultura europea o mediorientale, costumi che d'altronde sono stati adottati dai Sinti in Europa, ma non fanno parte della loro tradizione ancestrale. 
In quanto all'ambito puramente religioso, i Sinti professano tradizionalmente un monoteismo in cui la Personalità dell'Essere Supremo è ben definita, monoteismo contaminato con l'idolatria romano-bizantina, tipica del cristianesimo e delle religioni con cui i Sinti sono stati a contatto negli ultimi secoli. Non c'è alcuna traccia di panteismo, o credenza nella trasmigrazione delle anime, né alcuna cosa che possa collegare i Sinti con i popoli dell'India. Al contrario, le uniche figure rappresentanti animali o esseri immaginari sono riscontrabili soltanto nella simbologia biblico-ebraica. Che questi elementi siano attribuibili al lungo soggiorno in mezzo a delle culture cristiane non è verosimile, perché il tipo d'approccio con cui le tradizioni dei Sinte si presentano è piuttosto tipico di istruzione d'ispirazione ebraica. Infatti, non si può neanche parlare di "festività" tipiche, esclusive dei Sinti, ma soltanto di adattamenti che loro hanno fatto dalle celebrazioni popolari dei paesi dove sono ospiti. Si può solo parlare di uno "stile" tutto Sinto di esprimere la cultura europea. 
La maggioranza dei Sinti legge oggi la Bibbia, e tutti loro esclamano con stupore: "Tutte le nostre leggi e regole sono scritte nella Bibbia!" - Nessun altro popolo al mondo eccetto i Giudei può dire queste cose, nessun popolo dell'India, né di nessun'altra terra..

Con queste basi, oggi noi Sinti possiamo affermare che la lingua che parliamo non e nient’altro che una raccolta di parole prese in tutti i posti in cui siamo stati, così come la cucina, la Musica, e i costumi…

Robert Gabrielli
Sinto...

martedì 8 aprile 2014

8 aprile 2014, le associazioni dei Rom e dei Sinti lanciano la campagna nazionale per il riconoscimento giuridico


8 aprile 2014 43° Giornata internazionale del popolo rom e sinto. Le associazioni dei Rom e dei Sinti lanciano la campagna nazionale per il riconoscimento giuridico della minoranza storico-linguistica rom e sinta in Italia

L’8 aprile cade la 43.ma ricorrenza del Romano Dives, la Giornata internazionale del popolo rom e sinto. In questa occasione la Federazione Rom e Sinti Insieme (formata da 27associazioni che operano a livello locale, regionale e interregionale) e le associazioni Roma onlus, Romni onlus, FutuRom, Amalipé Romanò, Forum Campania Rom, Cittadinanza e minoranze, Antica sartoria rom, Theatre Rom, Museo del viaggio “Fabrizio De André” Isernia, Rom per il futuro, Gruppo di azione Rom Piemonte (Romano pala tetehara, Romano Ilo, Romano Buci, Rom e gagi insieme) Associazione Lumine lanciano la campagna nazionale per la raccolta di firme su una legge di iniziativa popolare per il riconoscimento giuridico della minoranza linguistico-culturale rom e sinta italiana.

Rom e Sinti in Italia sono tra 150 e 170 mila, una cifra modesta rapportata alla popolazione italiana ma una minoranza significativa e soprattutto una minoranza con una propria identità linguistica e culturale. Insediati in Italia sin dal 1400 gli “zingari” sono la minoranza storica più svantaggiata e più stigmatizzata nonostante gli obblighi internazionali e comunitari dell’Italia e gli interventi di numerose organizzazioni internazionali come il Consiglio d’Europa, l’OSCE e l’Unione europea.

La partecipazione di Rom e Sinti alla vita collettiva con il proprio contributo umano e culturale è fondamentale per superare l’esclusione, la marginalizzazione di un popolo che ha attraversato secoli di discriminazione fino allo sterminio razziale e che non deve rimanere confinato nei ghetti fisici e spirituali, nei quali troppo spesso viene relegato all’assistenza e non alla propria responsabilità.

La campagna che le associazioni di Rom e Sinti avviano in rappresentanza delle comunità rom e sinte italiane vuole realizzare gli articoli 3 e 6 della Costituzione che prevedono: la pari dignità sociale e l’eguaglianza davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali; la tutela di tutte le minoranze linguistiche con apposite norme.

In questo modo si vuole superare il mancato riconoscimento istituzionale come minoranza che è causa della scarsa integrazione nella società e della marginalizzazione sociale ed economica.

Le associazioni rom e sinte rivolgono un appello alla cittadinanza, a associazioni, istituzioni perché aderiscano e sostengano questa campagna. Il riconoscimento della minoranza rom e sinta, della sua storia, della sua cultura, della sua identità accoglie rom e sinti nella comunità più generale insieme con tutte le altre identità che costituiscono il nostro patrimonio nazionale.

Grazie per l’attenzione

Per informazioni Tel. 3397608728 – E-mail: lexsintirom@gmail.com


Federazione Rom e Sinti Insieme è formata da: Nevo Drom, Upre Roma, Sinti Italiani Vicenza, Sucar Drom, Consulta Rom e Sinti di Milano, Museo del Viaggio “Fabrizio de André”, Sinti Italiani Busto Arsizio, Thèm Romanò Reggio Emilia, Sinti Italiani Brescia, Sinti Italiani Milano Lambrate, Sucar Mero, Sinti Italiani Pavia, Sinti nel Mondo, Sinti Italiani Bologna, Sinti Italiani Prato, Romano Drom, Sinti Italiani Reggio Emilia, Romà, Sinti Italiani Verona, Nevo Drom Trento, Sinti Italiani Piacenza, Cooperativa Sociale Aquila, Sinti Italiani Piemonte, Amici di Via Django, Cooperativa Labatarpe, Sinti Italiani Romano di Lombardia, Istituto di Cultura Sinta
http://sucardrom.blogspot.it/2014/04/8-aprile-2014-le-associazioni-dei-rom-e.html

mercoledì 1 dicembre 2010

BANCO TRADIZIONALE SINTO NATALIZIO



Si svolgerà Sabato 4 dicembre 2010, e Domenica 5 dicembre 2010 in Corso della Libertà a Merano (Bz).

Banco Tradizionale con oggetti tipici Sinti a tema Natalizio.

L'orario è dalle: 09:00 di mattina, alle 18:30 di sera.




I prodotti saranno anche oggetti interamente fatti a mano, con arte Sinta. Con l'occasione si presenterà un cd demo di musica "Sinta Natalizia".

Vi aspettiamo Numerosi!

giovedì 7 ottobre 2010

ETHNO

Sabato 09 ottobre 2010

MAIRANIA857
Società cooperativa di Merano organizza in collaborazione con la nostra associazione e altre:

Una festa interculturale a base di Musica e Gastronomia di diverse Tradizioni. Primo appuntamento nell'ambito di "Integrazione", itinerario interculturale che attraversa l'arte, il cinema, la musica e varie rifflessioni.

Programma:

Ore 16:30: Apertura e Presentazione



Ore 17:00: Centro Formazione Lavoro
Ore 17:45: Sinti nel Mondo
Ore 18:45: Associazione Senegalese "NDIMBEUL"

Ore 19:45: Buffet con assaggi culinari delle diverse tradizioni gastronomiche.

Ore 21:00: Associazione culturale Serba
Ore 22:00: Associazione Haga

mercoledì 31 marzo 2010

I Sinti a Merano


E' l'anno 1498 quando la valle dell'Adige è percorsa da una carovana variopinta che solleva inquietudine e curiosità nella popolazione. Sono gli zingari. Giunti alle porte di Merano vengono fermati e circondati da guardie. Si possono immaginare i grassi borghesi e i rudi valligiani affacciarsi curiosi ai muretti, infilare il naso tra i fiori del balcone, loro, che lungo il fiume avevano visto passare un'infinità di eserciti, mercanti e cortei regali. Gli zingari però sono tutt'altra cosa. Meglio tenersi alla larga anche se affascinano con quei loro colori sgargianti, quel linguaggio incomprensibile, quei tratti esotici e quelle note allegre. Ma i meranesi, dediti al commercio da tempo immemorabile, non tollerano elementi di disturbo e purché i gitani tolgano al più presto le tende stanziano la somma di dieci fiorini per il loro approvvigionamento e prendono senz'altro congedo da quel «popolo inquietante».A distanza di mezzo millennio è difficile dire se sia cambiato qualcosa. Gli zingari restano un elemento di contraddizione sociale che disturba il quieto vivere e che va dipinto, a scarico delle coscienze, con le tinte più fosche. Proprio in quel lontano 1498 la dieta di Augusta decreta: «Chi danneggia uno zingaro non commette reato». Un provvedimento che ha trovato piena applicazione in particolare nel corso della seconda guerra mondiale quando seicentomila membri del «popolo inquietante» hanno concluso la loro strada prima nelle camere a gas e quindi nei forni. Perché erano zingari. Ad Auschwitz nel 1944 si è altrettanto severi ma meno generosi che non a Merano alla fine del 1400: questo per chi ritiene che gli zingari non hanno saputo evolversi nel corso dei secoli. Ci si accorge subito che forse nei nostri libri di storia manca qualcosa. Già, la storia. Ecco un'altra lacuna del popolo zingaro. E' senza storia (ma non senza memoria). Vengono, forse, dall'India. Ma quando partirono ? Mille anni fa o millecinquecento ? E per quale motivo ? Fuggivano da una guerra, da una carestia ? O furono davvero chiamati in Persia perché esperti nella lavorazione dei metalli preziosi e perché provetti musicisti? La loro storia si perde nella notte dei tempi. Non come la nostra che è codificata nei libri, scolpita nelle lapidi, soprattutto quelle dei cimiteri o delle piazze, che proclamano vittorie e sconfitte (tanta storia ma poca memoria). Gli zingari non hanno patria, o la loro patria è la strada. Una lunga strada che, lo sanno, non è fatta per arrivare ad un capolinea. Elemento di contraddizione per una società che se da un lato si fa un idolo della flessibilità e della mobilità, dall'altro si scopre ogni giorno incapace di affrontare le nuove e antiche sfide che via via si presentano. Gli zingari hanno saputo, quando è giunto il momento, abbandonare il carro, il cavallo e l'incudine. Se il nostro modo di vivere li disorienta e li mantiene ai margini, poi però sanno mantenere identità e tradizioni rielaborando, di volta in volta, il rapporto col mondo stanziale. Che popolo necessario, quello degli zingari. Suscita nei gagi (non zingari) rabbia ed amore. Nutre la poesia e l'arte, ma è preda anche degli orrori più truci, come l'atto di un Mengele che sospinge personalmente il suo piccolo zingaro di quattro anni verso la porta della camera a gas. Gli zingari sono fra noi. Spesso lontani e circondati da guardie, come nel 1497. Lungo la valle dell'Adige (Merano, Bolzano, Appiano, Salorno) o a Bressanone vivono, come ogni popolo, con i loro pregi e i loro difetti. Popolo inquietante, per mille o forse millecinquecento anni ciò che li salva è la strada, la consapevolezza ereditaria della necessità di camminare. Chi sarà a raccontare di loro? «Sarà chi rimane, io seguirò questo migrare, seguirò questa corrente di ali». Di:http://antonello30.tripod.com/zingari.htm